Resoconto su videoarte e film

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Resoconto su videoarte e film

I miei film sono sperimentali, lavoro molto con l’animazione, ma spesso nello stesso pezzo metto insieme successioni di fotogrammi con disegni bidimensionali e scene dove ci sono oggetti tridimensionali animati con la tecnica del “passo 1” cioè in una successione di scatti che registrano i cambiamenti di posizione degli elementi da fotogramma a fotogramma. A tutte queste diverse tecniche di ripresa aggiungo anche delle scene di vita reale, ad esempio filmo la pioggia che cade, il vento che scuote la vegetazione, oppure delle persone in movimento. Molte immagini che si susseguono nelle sequenze dei miei video sono astratte, ricorrono ad esempio graffi sulla pellicola o movimenti frenetici di capelli spesso facendo risultare l’immagine complessiva sullo schermo priva di una prospettiva spaziale definita dalla quale si potrebbe costruire una narrativa. Identifico la “narrativa” di un film in modo diverso da come essa tradizionalmente si associa alla storia o sceneggiatura propria del cinema la quale comprende eventi, parole o l’azione, per me la narrativa è piuttosto data dal passare del tempo che lascia succedere un’immagine all’altra, dai movimenti stessi degli oggetti quando essi appaiono ben definiti e richiamano ad una “storia” simbolica, ecco perché nei miei film penso ed agisco come fa lo scultore con le forme che modella, così come succede per l’arte sono per me le forme stesse a parlare del loro esistere, a portare un messaggio che va al di lá della comune struttura logica della costruzione e dell’accostamento di frasi ed azioni. Molto spesso ho bisogno di smettere di guardare dal mirino della video-camera per tornare nuovamente a manipolare la materia: il contatto con tela, colori, acqua, argilla o cartapesta mi fa ritornare ad una dimensione reale nella quale il materiale da plasmare mi distacca dall’assunzione esclusivamente visiva di informazioni provenienti dallo schermo del video, il video è un buon modo per astrarre e completare un’immagine che si è pero’ formata nello spazio reale e che continua a vivere in questa dimensione. Il film, non essendo altro che la sequenza di una moltitudine di fotogafie, ci aiuta a vedere l’oggetto o gli oggetti a fuoco in una ulteriore luce obliqua e manipolante: questo mezzo, togliendo la tridimensionalita’ allo spazio (nello schermo non si puo’ entrare?) ci fa immaginare la realta’ trasfigurata come se ci trovassimo in un sogno, aprendo spazi immaginari intorno alle forme e trascinando in essi il nostro infinito cercare.

 

Video Art - Film Statement explaining Barbara Agreste Film Art.